- 31 Luglio 2025
- Marchi
- Raffaele Bonini
Nel mondo della comunicazione digitale, il nome diventa brand. Sempre più influencer e creativi scelgono di registrare marchi legati alla propria identità pubblica: nickname, firme grafiche, loghi personali o slogan diventano strumenti centrali per monetizzare la propria immagine. Tuttavia, la crescita di questi “marchi personali” ha evidenziato una serie di problematiche legali che troppo spesso vengono sottovalutate, anche da chi ha già costruito un seguito milionario.
Quando il tuo nome non è (davvero) tuo
L’errore più comune tra creativi e personaggi pubblici è non detenere la titolarità del proprio marchio. In molti casi, il nome dell’influencer viene registrato a nome di società di management, agenzie o collaboratori, magari per semplificare la gestione commerciale. Questo può funzionare finché il rapporto è stabile. Ma nei casi di rottura contrattuale, dissidi societari o crisi reputazionali, il controllo del brand può sfuggire proprio alla persona che lo ha creato e reso noto.
Un esempio emblematico è quello di Chiara Ferragni, il cui marchio era (ed è) registrato a nome di società diverse dalla sua persona fisica. Altri casi noti includono artisti musicali, ex concorrenti di reality e content creator finiti in dispute legali per l’uso di un nome ormai “commercializzato”.
La registrazione del marchio personale: cosa sapere
Secondo il Codice della Proprietà Industriale, un marchio può essere costituito anche da nomi propri, pseudonimi, segni distintivi non convenzionali (immagini, suoni, font, movimenti). L’unico limite è che il segno sia:
- distintivo, cioè capace di distinguere un prodotto o servizio,
- lecito (non contrario all’ordine pubblico o al buon costume),
- non già registrato da altri in buona fede.
Tuttavia, nel caso degli influencer, il marchio assume un valore complesso: non è solo un segno identificativo, ma una componente della reputazione digitale, con effetti diretti su collaborazioni, licensing e monetizzazione.
Licenze, diritti d’uso e clausole da non trascurare
Un’altra questione delicata, quando si parla di marchi personali e influencer, riguarda i contratti di licenza. Anche se l’influencer è il titolare del marchio, può cederne o licenziarne l’uso a terzi (ad esempio agenzie di licensing o produttori di merci). In questi casi è essenziale prevedere:
- durata e limiti territoriali della licenza,
- controllo sull’uso del marchio,
- clausole di tutela in caso di crisi reputazionale o cambio di immagine,
- possibilità di recesso e diritti di prelazione,
- obblighi di non concorrenza per soggetti terzi.
Il mancato presidio di questi aspetti può comportare conseguenze legali importanti, come la perdita di controllo sul proprio nome, contenziosi sull’utilizzo commerciale o limiti futuri nella creazione di nuovi progetti.
Marchi personali e influencer: rischi giuridici (e reputazionali)
Oltre agli aspetti formali, la gestione legale di un brand personale ha risvolti pratici:
Chi può usare il nome o il logo dell’influencer? Chi risponde in caso di violazioni o uso illecito? Come si protegge il marchio da contraffazioni, plagio o abuso d’immagine?
In uno scenario digitale ad alta esposizione, una strategia di tutela preventiva è fondamentale. Registrare il marchio, regolare i rapporti di licensing, monitorare il mercato e agire tempestivamente in caso di violazione sono attività che fanno ormai parte dell’identità professionale di chi lavora nella “creator economy”.
Affidati a un professionista
Il nome, per un influencer, è molto più che un’identità: è un bene economico, un segnale di reputazione, un marchio da proteggere. In un contesto in cui ogni storia può far nascere una collaborazione e ogni nickname può diventare un logo, la tutela legale del proprio brand personale è una scelta di lungimiranza, oltre che di sicurezza.
Lo Studio Bonini affianca creativi, agenzie e imprenditori digitali nella registrazione, gestione e difesa di marchi personali, offrendo consulenza su naming e disponibilità, supporto nella redazione di licenze e contratti, assistenza in caso di contenzioso, monitoraggio marchi.