- 13 Novembre 2025
- Copyright
- Raffaele Bonini
Con l’uscita su Netflix del nuovo “Frankenstein” di Guillermo del Toro, il mito della creatura di Mary Shelley torna a vivere, riportando con sé non solo riflessioni artistiche e culturali, ma anche temi giuridici di grande attualità: la tutela dell’immagine, dei personaggi iconici e del diritto d’autore.
Uno dei casi più emblematici in materia è quello che ha visto Sara Karloff, figlia del leggendario Boris, citare in giudizio Universal Studios per l’utilizzo non autorizzato dell’immagine del padre nei panni della creatura di Frankenstein.
Frankenstein (1931), il caso: Sara Karloff contro Universal Studios
Nel 2000, Sara Karloff ha intentato una causa contro Universal Studios, sostenendo che la major avesse concesso in licenza immagini del padre – celebre per aver interpretato Frankenstein nel 1931 – senza il suo consenso. L’azione legale chiedeva un risarcimento di oltre 10 milioni di dollari, contestando l’uso commerciale e promozionale del volto di Karloff su merchandising, poster e prodotti derivati. La disputa si è conclusa con un accordo riservato che ha chiuso definitivamente la controversia. Da allora, i diritti di licensing sull’immagine di Boris Karloff sono gestiti da Universal Studios in base a un’intesa con la Karloff Enterprises, società fondata dalla stessa Sara Karloff per tutelare il patrimonio artistico e morale del padre.
Quando il copyright non basta: la distinzione tra opera e immagine
Il caso Karloff è un punto di riferimento per comprendere la distinzione tra diritti d’autore e diritti d’immagine. Sebbene il romanzo Frankenstein di Mary Shelley sia da tempo di pubblico dominio, la raffigurazione cinematografica del mostro — trucco, costume, posture e caratteristiche visive — è una creazione originale di Universal, tutelata come opera derivata e come marchio distintivo.
Parallelamente, l’immagine del volto di Boris Karloff, resa iconica dal trucco di Jack Pierce, è diventata un elemento di identità personale, la cui riproduzione commerciale può generare diritti economici per gli eredi. È qui che nasce la tensione tra diritti patrimoniali d’autore e diritti di personalità, oggi centrali nella gestione delle immagini di attori, musicisti e personaggi pubblici.
Il quadro giuridico: i diritti post mortem e la gestione dell’eredità iconografica
Negli Usa, Stati come la California prevedono tutele specifiche per lo sfruttamento commerciale dell’immagine dei personaggi celebri anche dopo la loro morte (California Celebrity Rights Act). In Italia, invece, la materia rientra nell’ambito del diritto all’immagine (art. 10 c.c. e artt. 96-97 l.d.a.), esteso agli eredi se l’uso pregiudica la memoria del defunto o viene fatto a scopo di lucro senza consenso. Il caso Karloff mostra l’importanza, per famiglie e titolari di diritti, di formalizzare contratti di licensing e tutela postuma, così da evitare contenziosi e garantire la corretta valorizzazione del patrimonio artistico.
Frankenstein oggi: tra pubblico dominio e nuove reinterpretazioni
Il successo del nuovo Frankenstein su Netflix conferma quanto un personaggio nato oltre due secoli fa possa ancora generare valore simbolico e commerciale.
Se la storia letteraria è ormai libera da vincoli di copyright, la dimensione visiva e le reinterpretazioni cinematografiche restano soggette a diritti di produzione, marchi registrati e contratti di distribuzione.
Ogni nuova versione — come quella di Del Toro, che rende un omaggio esplicito alla performance di Karloff — rinnova il dibattito sulla tutela dell’identità iconografica dei personaggi e sulla linea sottile tra ispirazione artistica e appropriazione commerciale.
Cosa insegna alle imprese e ai professionisti della proprietà intellettuale
Il caso Karloff rappresenta un precedente utile per chi, nel mondo creativo e industriale, gestisce immagini, marchi, personaggi e contenuti audiovisivi.
Tre spunti chiave:
- Chiarezza contrattuale: definire per iscritto i limiti d’uso dell’immagine o del personaggio, specie in caso di licensing e merchandising.
- Tutela post mortem: prevedere strumenti per la gestione dei diritti successori e dell’eredità iconografica.
- Verifica delle fonti: anche personaggi apparentemente “liberi” (come quelli di opere in pubblico dominio) possono essere legati a forme di tutela derivata o registrazioni di marchio.
Affidati a un professionista
Il nuovo Frankenstein di Guillermo del Toro non è solo un omaggio cinematografico, ma anche un caso di studio sulla longevità giuridica e commerciale dei diritti d’immagine.
Dalla causa Karloff vs Universal fino alla gestione moderna del licensing, l’eredità del mostro più celebre del cinema continua a insegnare quanto la proprietà intellettuale sia un elemento strategico per proteggere e valorizzare la creatività, anche oltre la vita dei suoi protagonisti.
Nel mondo dell’intrattenimento, l’immagine non è solo apparenza: è patrimonio, identità e, sempre più spesso, anche un diritto economico da tutelare. Lo Studio Bonini, grazie a un team di professionisti e di collaboratori altamente qualificati che offrono un adeguato supporto legale, tutela al meglio i diritti di immagine.