- 4 Dicembre 2025
- Marchi
- Raffaele Bonini
L’Italian Sounding rappresenta oggi una delle principali distorsioni del mercato internazionale e una delle minacce più subdole per le imprese italiane. È un fenomeno che non riguarda la falsificazione diretta dei prodotti, ma che sfrutta nomi, simboli, colori e richiami all’italianità per evocare un’origine che in realtà non esiste. Il risultato è un inganno per il consumatore e un danno economico e reputazionale enorme per le aziende che producono realmente in Italia.
Quando il “suono italiano” inganna il consumatore
Basta osservare gli scaffali di molti supermercati esteri per imbattersi in prodotti che “suonano” italiani, riportano il tricolore o utilizzano riferimenti geografici al nostro Paese, pur essendo realizzati altrove. Questa strategia si fonda interamente sulla forza attrattiva del Made in Italy, riconosciuto nel mondo come sinonimo di qualità, stile, sicurezza e tradizione. Proprio per questo l’Italian Sounding sottrae ogni anno alle imprese italiane miliardi di euro di fatturato, colpendo in particolare l’agroalimentare, la moda, il design, la cosmetica, la meccanica e l’arredo.
Italian Sounding e falsificazione: una differenza giuridica cruciale
A differenza della contraffazione classica, l’Italian Sounding si muove spesso in una zona giuridicamente più sfumata. Non copia in modo identico un marchio registrato, ma ne richiama il suono, l’immaginario e l’origine. Questo lo rende più difficile da contrastare, soprattutto quando le imprese non hanno attivato in tempo una solida strategia di tutela della propria proprietà industriale e intellettuale.
Italian Sounding: il danno economico e reputazionale per le imprese italiane
Dal punto di vista legale, l’Italian Sounding può configurare concorrenza sleale e pratica commerciale ingannevole, oltre a un vero e proprio sfruttamento parassitario della reputazione del Made in Italy. Il danno non è soltanto economico, ma anche culturale e di immagine: prodotti di qualità inferiore, “travestiti” da prodotti italiani, finiscono per compromettere la fiducia dei consumatori e svalutare il valore complessivo del Made in Italy.
Il marchio come primo strumento di difesa del Made in Italy
In questo scenario, il marchio rappresenta la prima e più importante linea di difesa. Registrare correttamente il proprio marchio, in Italia, in Europa o a livello internazionale, significa dotarsi di uno strumento giuridico essenziale per impedire l’uso di segni confondibili, avviare azioni legali efficaci, ottenere blocchi doganali e difendere concretamente la propria identità sui mercati esteri. La protezione del marchio non deve mai essere considerata un costo, ma un investimento strategico, soprattutto per le imprese che esportano.
Brevetti, design e forme del prodotto: la tutela oltre il nome
La tutela, tuttavia, non riguarda solo il nome o il logo. Anche i brevetti, i disegni e modelli costituiscono un sistema di protezione integrata contro l’imitazione e l’agganciamento al valore dell’italianità. Un portafoglio di titoli di proprietà industriale ben strutturato consente non solo di difendersi dalle violazioni, ma anche di aumentare il valore dell’azienda, renderla più solida sul piano competitivo e più attrattiva per investitori e partner commerciali.
Licensing e rischi reputazionali: quando la crescita va governata
Un tema particolarmente delicato è quello del licensing. Concedere in licenza un marchio o una tecnologia è spesso una scelta strategica di crescita, ma se non è regolata da contratti chiari e rigorosi può trasformarsi in un punto di vulnerabilità. Senza limiti territoriali ben definiti e senza un controllo effettivo sugli standard qualitativi, il rischio è quello di alimentare, anche involontariamente, forme di Italian Sounding “autorizzato”, con gravi conseguenze sulla reputazione del brand nel medio e lungo periodo.
Italian Sounding: la sfida nei mercati esteri e la protezione internazionale del brand
Il fenomeno si sviluppa soprattutto nei mercati extraeuropei, dove il fascino del Made in Italy è particolarmente forte e dove, spesso, i sistemi di controllo sono più complessi. Per questo motivo diventa essenziale attivare servizi di sorveglianza dei marchi, monitorare i registri internazionali, intervenire tempestivamente con opposizioni e diffide e coordinare azioni legali su scala transnazionale. Oggi la difesa del brand non è più un’attività locale, ma una vera strategia globale.
Il valore economico della proprietà industriale
Un marchio non protetto rimane esposto, facilmente imitabile e giuridicamente fragile. Al contrario, un marchio tutelato aumenta il valore patrimoniale dell’impresa, rafforza la sua posizione sul mercato e ne rende più sicura la difesa legale. La proprietà industriale è diventata, a tutti gli effetti, una leva economica diretta, non solo uno strumento di difesa.
Difendere l’identità italiana per proteggere il futuro dell’impresa
Difendere la propria identità significa difendere il valore del lavoro, dell’innovazione e della cultura produttiva del nostro Paese. Solo attraverso la prevenzione e tramite una strategia e una tutela giuridica strutturata è possibile proteggere davvero il Made in Italy e continuare a renderlo competitivo nel mondo.
Affidati a un professionista
Lo Studio Bonini affianca imprese, startup e professionisti nella tutela completa della proprietà industriale e intellettuale, operando sul deposito e sulla difesa di marchi e brevetti, sulla protezione di design e modelli, sulla strutturazione di operazioni di licensing e sulle azioni contro contraffazione e Italian Sounding, sia in ambito nazionale sia internazionale. Un approccio integrato che consente alle aziende di trasformare la tutela legale in uno strumento concreto di sviluppo.