- 14 Ottobre 2025
- Marchi
- Raffaele Bonini
La Corte di Cassazione ha recentemente affrontato il caso “Swedish Pellet”, un episodio emblematico relativo all’utilizzo dei marchi geografici che ha richiamato l’attenzione su un tema spesso controverso: l’uso di indicazioni geografiche ingannevoli per il consumatore. Il caso sopra citato vede protagonista un’azienda che commercializzava pellet prodotto in Ucraina, ma riportando la dicitura “Swedish Pellet” accompagnata dalla bandiera della Svezia. La combinazione di queste indicazioni evocava al consumatore un’origine svedese, generando un fraintendimento che ha portato alla condanna per segni distintivi mendaci.
Questo caso ha ribadito un principio cruciale. La protezione conferita dal marchio non può essere invocata per giustificare un’informazione fuorviante che altera la lealtà della concorrenza e la corretta informazione del consumatore.
Marchi geografici: cosa sono e perché sono importanti
I marchi geografici sono segni distintivi che richiamano una località, una regione o un paese, associando al prodotto un’origine territoriale e sono soggetti al requisito di distintività. Questi marchi sfruttano il valore economico e simbolico che deriva dalla reputazione di un luogo, spesso legata a qualità, tradizione o artigianalità.
Le norme del Codice della Proprietà Industriale stabiliscono che è vietato proteggere come marchio individuale un segno costituito esclusivamente da un’indicazione di provenienza geografica, quando quest’ultima influisce sulle caratteristiche qualitative o sulla reputazione del prodotto. Inoltre, un marchio geografico non può essere evocativo di una denominazione d’origine o di una indicazione geografica registrata precedentemente quando c’è un rischio di confusione.
Quando i marchi geografici diventano ingannevoli
Il confine tra un uso legittimo di un marchio geografico e un uso ingannevole non è sempre netto e può dipendere da diversi fattori. Un marchio geografico risulta ingannevole quando induce in errore il consumatore medio circa l’effettiva provenienza, qualità o natura del prodotto.
Alcuni casi tipici in cui si configura l’inganno sono:
- L’utilizzo di nomi geografici senza che il prodotto abbia un reale collegamento con quel territorio.
- L’impiego di simboli, colori o elementi grafici che rafforzano un’errata percezione dell’origine del prodotto.
La giurisprudenza e la normativa, anche a livello europeo, sottolineano che non è sufficiente evitare di dichiarare esplicitamente una falsa provenienza, ma è fondamentale valutare l’effetto complessivo del messaggio del marchio sull’utente finale. Se l’insieme di elementi comunicativi risulta fuorviante, l’uso del marchio geografico sarà considerato illecito.
Le implicazioni legali e commerciali
L’uso ingannevole di marchi geografici può comportare conseguenze di natura penale, civile e amministrativa. In Italia, l’articolo 517 del codice penale punisce chi usa segni distintivi idonei a trarre in inganno il consumatore circa l’origine o la provenienza del prodotto.
Dal punto di vista civile, l’impiego improprio può essere sanzionato per concorrenza sleale, con obblighi di risarcimento e misure cautelari. A livello europeo, le normative sulla protezione delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche tutelano prodotti specifici, e le infrazioni possono portare a restrizioni nelle vendite o a sanzioni economiche.
Per le aziende, dunque, l’uso di un marchio geografico senza un legame reale con il luogo d’origine dei prodotti su cui viene apposto non è solo rischioso sul piano della reputazione, ma può tradursi in gravi conseguenze legali e finanziarie.
Come muoversi per evitare rischi
Le imprese che intendono utilizzare riferimenti geografici nei propri marchi o comunicazioni commerciali devono adottare un approccio consapevole e rigoroso. È essenziale valutare preventivamente la veridicità dell’indicazione geografica e l’effetto complessivo dell’etichettatura e del packaging, considerando anche la percezione del consumatore medio.
Un approccio trasparente e onesto nella comunicazione contribuisce a costruire un rapporto di fiducia con il consumatore e a consolidare una reputazione solida nel tempo.
Il caso “Swedish Pellet” rappresenta un monito chiaro per tutte le realtà che si confrontano con il branding e la comunicazione commerciale. I marchi geografici sono strumenti potenti, ma il loro utilizzo deve rispettare rigorosamente i principi di correttezza e trasparenza.
Affidati a un professionista
In un contesto dove la tutela del consumatore e la lealtà della concorrenza sono sempre più al centro del dibattito giuridico e commerciale, adottare comportamenti conformi alla legge e ai valori etici è la strada migliore per costruire un successo duraturo e difendibile. Affidarsi a professionisti ed esperti del settore è un passo necessario in casi quali quello sopra indicato. Lo Studio Bonini mette a disposizione un team di specialisti in grado di rispondere a tutte le esigenze.