- 1 Ottobre 2025
- Copyright
- Raffaele Bonini
Il 30 settembre 2025 si è spento Renato Casaro, uno degli ultimi grandi maestri della cartellonistica cinematografica del Novecento. I suoi poster cinematografici hanno accompagnato la storia del cinema mondiale: da “C’era una volta in America” a “L’Ultimo Imperatore”, passando per “Amadeus” e “Balla coi lupi”, solo per citare alcuni dei poster art realizzati dall’illustratore trevigiano che, con la sua impronta stilistica, ha definito l’immaginario visivo di intere generazioni di spettatori.
La triste notizia offre lo spunto per riflettere in questo approfondimento su una questione spesso trascurata ma giuridicamente rilevante: quali diritti spettano agli autori di poster cinematografici? E soprattutto: chi può oggi utilizzare quelle immagini? Con quali limiti, diritti, obblighi? Un tema cruciale, specie in un’epoca in cui le immagini circolano liberamente sul web, vengono condivise sui social o riutilizzate in libri, articoli, saggi e documentari. Spesso, senza le dovute autorizzazioni e/o licenze.
Il valore artistico dei poster cinematografici
Non tutti i manifesti promozionali sono semplici prodotti commerciali. Alcuni diventano vere e proprie opere d’arte, frutto della creatività individuale di artisti capaci di coniugare sintesi narrativa, impatto grafico e sensibilità pittorica. È proprio il caso di Renato Casaro, la cui tecnica mista — tra acquerello, aerografo, grafite e olio — ha definito un’estetica inconfondibile. In questi casi, la legge riconosce una piena tutela autoriale: le locandine diventano opere dell’ingegno di carattere creativo, ai sensi della legge sul diritto d’autore italiana (Legge 22 aprile 1941, n. 633).
Ciò significa che il loro autore ha diritto a essere riconosciuto come tale (diritto morale) e può controllare lo sfruttamento economico della propria opera (diritto patrimoniale), salvo il caso in cui i diritti patrimoniali siano ceduti.
Diritti d’autore e poster cinematografici: cosa dice la legge
Secondo la normativa italiana, l’autore di un’opera creativa gode di due tipi di diritti fondamentali:
- Diritti morali, che comprendono il diritto alla paternità dell’opera e alla sua integrità. Sono perpetui, inalienabili, imprescrittibili e trasmissibili agli eredi.
- Diritti patrimoniali, che comprendono il diritto di riproduzione, diffusione, comunicazione, distribuzione e ogni forma di sfruttamento economico dell’opera. Questi durano 70 anni dopo la morte dell’autore, e possono essere ceduti o concessi in licenza.
Nel caso di locandine cinematografiche, il rapporto tra l’autore e la casa di produzione o distribuzione del film è spesso regolato da un contratto. È proprio in quel documento che si definisce chi può fare cosa: l’artista potrebbe cedere tutti i diritti patrimoniali, oppure concedere un uso limitato all’ambito promozionale, mantenendo i diritti per eventuali riproduzioni artistiche o editoriali.
Poster cinematografici: cosa succede dopo la morte dell’autore
Alla morte dell’autore, i diritti patrimoniali passano agli eredi legittimi (salvo disposizioni testamentarie diverse). Sono loro a detenere il potere di autorizzare nuove pubblicazioni, ristampe, mostre, riproduzioni online o commercializzazioni dell’opera. Gli eredi, quindi, diventano gli interlocutori legittimi per chiunque voglia utilizzare la locandina di un determinato artista, in un libro, in un sito web, in una mostra o in un contenuto editoriale o audiovisivo.
Dal punto di vista pratico, questo significa che l’uso di immagini protette dal diritto d’autore, come nel caso di quelle realizzate da Casaro, non è libero: è necessario verificare la titolarità dei diritti (che possono essere gli eredi, un’agenzia, una fondazione, o in alcuni casi ancora le case di produzione) e ottenere un’autorizzazione esplicita per ogni utilizzo che esuli dalla libera consultazione o dalla riproduzione a fini di cronaca o critica.
L’utilizzo di immagini protette in libri, siti, social
Un ambito particolarmente delicato è quello del riutilizzo delle immagini protette in contesti apparentemente innocui, come un post su Instagram, un articolo su un blog, un saggio critico o una pubblicazione editoriale.
Molti editori o autori ritengono — erroneamente — che basti citare la fonte o usare immagini a bassa risoluzione per legittimare l’uso. In realtà, le eccezioni al diritto d’autore previste dalla legge italiana sono molto limitate e richiedono precisi requisiti:
- L’immagine deve essere degradabile e non competitiva con l’uso commerciale dell’opera;
- L’utilizzo deve essere a fini di critica, discussione, didattica o informazione, mai commerciale;
- Deve essere rispettata l’attribuzione all’autore;
- L’uso deve avvenire entro i limiti della correttezza e non deve ledere il valore dell’opera o i diritti morali dell’autore.
In altre parole: l’utilizzo non autorizzato di una locandina d’autore in un libro o in un post sui social, anche se non a fini di lucro diretto, può costituire una violazione del diritto d’autore.
La gestione dei diritti: tra licenze, agenzie e fondazioni
Spesso, nel corso della vita di un artista, i diritti patrimoniali vengono gestiti o affidati a terzi: case di produzione, agenzie di licensing, gallerie, fondazioni, archivi. Dopo la morte, questo sistema può diventare ancora più complesso.
È dunque fondamentale, per chi vuole utilizzare un’immagine d’autore, individuare il titolare effettivo dei diritti. Ciò può richiedere una ricerca attenta, anche attraverso banche dati, archivi degli eredi o agenzie specializzate. Solo in questo modo è possibile evitare il rischio di contenziosi, diffide o richieste di rimozione.
Le eccezioni legali: quando si può usare un’immagine senza autorizzazione
La legge italiana prevede alcune eccezioni all’obbligo di licenza, ma sono estremamente limitate e soggette a interpretazione restrittiva. Tra queste:
- L’uso per citazione (art. 70 L. 633/1941), se pertinente e accompagnato da finalità di critica o discussione;
- L’uso di immagini a bassa risoluzione per scopi illustrativi non concorrenziali;
- La riproduzione in ambito didattico o scientifico con finalità divulgative;
- L’uso temporaneo in contesti espositivi pubblici non commerciali, a certe condizioni.
Tuttavia, non esiste in Italia un vero “fair use” come nei paesi anglosassoni. Per questo motivo, è sempre consigliabile non basarsi sull’eccezione, ma ottenere un’autorizzazione formale.
Conclusioni: cultura, diritto e rispetto
Per chi lavora nel panorama della promozione e diffusione culturale — editori, blogger, creativi, documentaristi — la lezione è chiara: le immagini non sono “libere” solo perché visibili online. Serve attenzione, consapevolezza e, quando necessario, una specifica autorizzazione.
Affidati a un professionista
Per chi gestisce i diritti è invece importante accompagnare titolari e gli eredi in un percorso che tuteli l’autore, ma consenta anche un uso controllato e corretto dell’opera. Lo Studio Bonini esegue attente verifiche, grazie a un team di professionisti e di collaboratori altamente qualificati, tutela al meglio i diritti relativi alle opere dell’ingegno.