- 4 Giugno 2025
- Design
- Raffaele Bonini
Nel mondo della moda, il confine tra ispirazione e imitazione è spesso sottile. La velocità con cui le collezioni vengono ideate, prodotte e distribuite nel modello del fast fashion espone stilisti e brand a un rischio concreto: la copia non autorizzata dei propri capi, accessori o elementi estetici.
In questo scenario, la tutela dei diritti di design, in particolare dei design non registrati, è diventata un tema cruciale per chi opera nel settore moda. Ma quanto sono davvero efficaci questi strumenti di protezione?
Una recente sentenza della High Court del Regno Unito ha fatto chiarezza, evidenziando sia le potenzialità che i limiti concreti della tutela non registrata. Un caso che pone interrogativi importanti anche per i creativi e le imprese italiane.
Il caso “Original Beauty v. G4K Fashion”: un precedente importante
Nel 2021, la High Court britannica ha esaminato il caso Original Beauty Technology Company Ltd vs. G4K Fashion Ltd, relativo alla presunta copia sistematica di diversi capi di abbigliamento da parte del marchio “Oh Polly”.
Il tribunale ha riconosciuto che G4K aveva copiato in modo deliberato e sistematico numerosi design non registrati di Original Beauty, con l’intento di sfruttarne il successo commerciale. Pur non essendo formalmente registrati presso alcun ufficio, quei modelli erano stati sufficientemente caratterizzati e documentati da permetterne la tutela in giudizio.
Il giudice ha quindi stabilito un risarcimento danni, aggravato dalla condotta intenzionale e reiterata dell’azienda convenuta.
La sentenza manda un messaggio forte: la copia non paga, anche quando si ha a che fare con diritti non formalizzati tramite registrazione.
Ma quanto vale il diritto di design non registrato?
Nel Regno Unito (come nell’Unione Europea), esiste una forma di tutela automatica che si attiva nel momento in cui un design originale viene reso pubblico per la prima volta. Tuttavia:
- La durata è limitata (3 anni in UE, 10 anni nel Regno Unito post-Brexit);
- La dimostrazione della paternità e della data di creazione è a carico del titolare;
- Non è applicabile a tutti i tipi di design, ma solo a quelli con carattere individuale e novità;
- La difesa in giudizio è più complessa, soprattutto in caso di contenziosi transfrontalieri.
In un settore come il fast fashion, dove le collezioni cambiano dopo poche settimane, questa forma di tutela può essere utile solo in modo difensivo e limitato.
Perché la registrazione del design conviene (anche nel fast fashion)
La registrazione del design resta oggi il modo più sicuro, economico e strategico per proteggere le proprie creazioni, anche per le collezioni più dinamiche e stagionali.
Tra i principali vantaggi della registrazione:
- Durata fino a 25 anni (rinnovabile ogni 5 anni);
- Prova formale e certa della titolarità del design;
- Tutela valida in più Paesi, se depositato tramite EUIPO o WIPO;
- Maggiore efficacia nei confronti dei marketplace online (es. Amazon, Alibaba, ecc.) in caso di contestazioni;
- Possibilità di valorizzare economicamente il design come bene aziendale (in caso di licenze, franchising, cessione).
Affidati a un professionista
Lo Studio Bonini affianca professionisti e imprese con un supporto completo e altamente specializzato. Dalla fase creativa alla valorizzazione commerciale, proteggiamo l’identità visiva e l’unicità delle vostre creazioni, anche nei settori più esposti alla copia sistematica.