- 19 Settembre 2025
- Proprietà Intellettuale
- Raffaele Bonini
L’innovazione non è più un’opzione, ma una condizione necessaria per restare competitivi. Lo conferma anche l’edizione più recente del Global Innovation Index, pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO), che ogni anno misura la capacità di innovazione di oltre 130 economie mondiali attraverso un ampio insieme di indicatori.
Global Innovation Index 2025: il report
Nel 2025, la classifica è guidata da Svizzera, Svezia, Stati Uniti, Repubblica di Corea e Singapore.
Un elemento nuovo e significativo: la Cina entra per la prima volta nella top 10, piazzandosi al 10° posto, grazie a notevoli performance nei prodotti della conoscenza e della tecnologia e a una robusta crescita nei brevetti e nell’innovazione.
Economie emergenti come India (38°), Turchia (43°), Vietnam (44°), Filippine (50°), Indonesia (55°), Marocco (57°) continuano a salire, mostrando che investimenti mirati in innovazione e politiche favorevoli possono fare la differenza.
Tuttavia, alcuni indicatori fondamentali evidenziano segnali di rallentamento:
- Il numero delle operazioni di venture capital è in calo per il terzo anno consecutivo, mentre il valore complessivo delle transazioni commerciali è salito (+7,7%), spinto in buona parte da poche transazioni commerciali oltre i 5 milioni di dollari, soprattutto negli Stati Uniti e nei settori di AI generativa.
- La crescita globale della spesa in R&S (R&D) è scesa al 2,9% nel 2024 (contro il +4,4% dell’anno precedente) ed è previsto che continuerà a diminuire nel 2025 (2,3%).
La tutela delle idee come elemento strategico
Ed è qui che la proprietà intellettuale gioca un ruolo centrale. Marchi, brevetti, design e diritto d’autore non sono solo strumenti giuridici: rappresentano leve strategiche che permettono alle imprese di proteggere i propri beni immateriali, rafforzare la competitività, attrarre investimenti e valorizzare il know-how sviluppato internamente. Innovare senza proteggere significa, oggi più che mai, correre il rischio di vedere i propri sforzi vanificati , soprattutto in un mercato sempre più globalizzato e interconnesso.
Le imprese italiane e il ritardo da colmare
Per le imprese italiane, soprattutto per le PMI, il GII 2025 è un monito utile: l’Italia ha bisogno non solo di creare innovazione, ma di costruire un sistema che la tuteli, la trasformi in valore economico e non ne disperda le potenzialità.
Spesso manca una visione sistemica della proprietà intellettuale: la protezione dei brevetti, l’uso strategico dei marchi, la valorizzazione del design o dei diritti d’autore non sono integrati come dovrebbero nelle strategie aziendali. È qui che le consulenze specializzate — come quelle offerte da chi da anni opera nel campo della tutela IP — possono fare la differenza.
Il Global Innovation Index 2025 ci ricorda che l’innovazione è una risorsa fragile: richiede investimenti coerenti, protezione giuridica, cultura della proprietà intellettuale, politiche lungimiranti e un ecosistema che metta insieme imprese, università, istituzioni.
Se l’Italia vuole essere protagonista, non può limitarsi ad inseguire gli altri: deve mettere al centro dell’agenda la tutela delle idee come parte integrante della competitività, e non solo come adempimento tecnico.
Affidati a un professionista
Affidarsi a professionisti della proprietà industriale significa non solo tutelare invenzioni, marchi o design, ma anche ricevere supporto nella definizione di strategie di espansione, nella gestione del portafoglio IP, nella partecipazione a bandi o programmi di finanziamento collegati all’innovazione, e nell’affrontare eventuali contenziosi in modo tempestivo e mirato. In un’epoca in cui il valore delle imprese è sempre più legato agli asset intangibili, la consulenza in materia di proprietà intellettuale non è un costo, ma un investimento. Lo Studio Bonini mette a disposizione un gruppo di professionisti specializzati in ogni aspetto della proprietà intellettuale.