- 16 Marzo 2014
- Assistenza Legale
I NUMERI: Tra il 2000 e il 2013, nel Paese, l’export agroalimentare è quadruplicato toccando i 110 milioni.
Le aziende hanno sempre più un occhio di riguardo verso l’export e verso i Paesi con le migliori prospettive di investimento e sviluppo.
Per questo motivo il ministero dello sviluppo economico ha promosso in collaborazione con la Simest spa e Assocamerestero, il progetto “ Business Scouting e Assistenza alle Pmi”, puntando l’attenzione su alcuni mercati che offrono ottime opportunità per le imprese italiane.
La Camera di Commercio italo-sudafricana precisa che le prospettive del Sudafrica sono avvantaggiate dal fatto che il Paese è il portale di accesso alla maggior parte dei prodotti e dei beni di consumo destinati agli altri Paesi africani. Inoltre secondo Assocamerestero, il nostro export alimentare sul mercato sudafricano si è decisamente quadruplicato sull’arco 2000-2013, con una crescita del +297 %.
A fine 2013, l’export alimentare italiano in Sudafrica ha raggiunto una quota stimata di 110 milioni di euro. I segmenti più importanti sono stati le acquaviti e liquori, il dolciario, la birra e la trasformazione di ortaggi e frutta. Va segnalata però la scarsa presenza del vino che, pur essendo leader indiscusso dell’export del nostro “food and drink”, qui si ferma al 4%.
CASO AZIENDALE: Non è certamente casuale che il primo produttore alimentare d’Italia, Ferrero, abbia aperto di recente uno stabilimento proprio in questo Paese. Gli incentivi e i rimborsi sui nuovi investimenti in loco sono numerosi e si muovono in un ventaglio calcolato su parametri come: quantità e qualità di posti di lavoro creati, eco-sostenibilità di impianti e cicli produttivi, contenuti innovativi delle tecnologie sviluppate e importate.
Tratto dal “Sole 24 ore” del 6 Marzo 2014, da “Impresa & territori”, articolo scritto da Luigi Pelliccia.