- 17 Gennaio 2025
- Marchi
- Raffaele Bonini
Con l’arrivo della nuova serie ACAB sulla piattaforma streaming Netflix, che vede protagonisti alcuni agenti del reparto mobile della Polizia di Stato, anche noto come celere, emerge un tema di grande importanza e attorno al quale molto spesso si genera confusione con conseguenze anche molto significative per chi fa uso improprio dei segni distintivi della Polizia di Stato, nel caso specifico, come il suo logo, il marchio e lo stemma araldico. Quando si tratta di sfruttare i segni di enti pubblici o delle forze dell’ordine, infatti, è fondamentale comprendere le normative che regolano l’uso di tali segni, per evitare il rischio di violazioni.
L’utilizzo del Marchio della Polizia di Stato
La Polizia di Stato è titolare di diritti esclusivi sull’utilizzo del proprio nome, del proprio logo e di ogni altro segno distintivo che la rappresenta. Questo include anche lo stemma araldico e ogni simbolo che potrebbe essere confuso con essi. Questi diritti sono disciplinati dal Decreto del Ministero dell’Interno n. 215 del 19 settembre 2017, che stabilisce specifiche regole in merito.
Normativa di Riferimento
L’articolo 2 del decreto menzionato stabilisce chiaramente che:
- Comma 1: “La Polizia di Stato e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco esercitano il diritto all’uso esclusivo delle proprie denominazioni, dei propri stemmi, dei propri emblemi e di ogni altro relativo segno distintivo indicati nelle tabelle A e B allegate…”
Questo significa che solo la Polizia di Stato e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco possono utilizzare il loro nome, stemma e altri segni distintivi. Nessuna entità esterna può farne uso senza una specifica autorizzazione.
- Comma 4: “Il diritto all’uso esclusivo è esercitato dalla Polizia di Stato e dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco anche in relazione ai simboli che somigliano o comunque richiamano quelli di cui al comma 1”.
Questo estende la protezione anche ai segni che, pur non essendo identici, potrebbero creare confusione nel pubblico.
Cosa significa “Uso Esclusivo”?
L’“uso esclusivo” significa che nessun altro, al di fuori della Polizia di Stato o degli enti ad essa legati, può utilizzare i segni distintivi a meno che non sia esplicitamente autorizzato. Questo diritto è volto a tutelare l’immagine e l’autorità delle forze dell’ordine, evitando usi impropri o ingannevoli di tali segni distintivi che potrebbero danneggiare la reputazione delle stesse.
E nel caso di un utilizzo per fini creativi o commerciali?
Se si intende utilizzare il marchio o lo stemma della Polizia di Stato per fini commerciali, creativi o di altro tipo, è necessario ottenere un’apposita autorizzazione dalla Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato. Senza tale autorizzazione, si rischia una violazione dei diritti esclusivi, con possibili conseguenze legali, tra cui richieste di risarcimento danni e sequestro dei materiali.
La protezione del Marchio
In un contesto come quello della serie ACAB, in cui viene fatto uso del nome e del logo della Polizia di Stato, è fondamentale considerare la protezione dei diritti di proprietà intellettuale degli enti pubblici. Ogni uso non autorizzato dei segni distintivi può essere motivo di contenzioso legale. Gli esperti di deposito dei marchi, brevetti e copyright giocano un ruolo cruciale nell’assicurarsi che le case di produzione e i creatori rispettino la legge, evitando problematiche derivanti dall’uso non autorizzato di marchi e simboli protetti.
Affidati a un professionista
Per l’utilizzo di un qualsiasi segno distintivo, è sempre consigliabile consultare un professionista specializzato in diritto della proprietà intellettuale per evitare rischi legali e tutelare adeguatamente i tuoi progetti. Lo Studio Bonini dà il giusto valore al Diritto d’Autore e ai marchi: assistiamo i nostri clienti nel riconoscere, valorizzare e tutelare i diritti sulle proprie opere.