- 14 Aprile 2020
- Design
In un recente articolo abbiamo evidenziato che quando ci sarà la riapertura delle attività produttive, i nostri imprenditori dovranno essere pronti a soddisfare le esigenze di un mercato necessariamente cambiato dopo questa inattesa e disastrosa crisi mondiale.
Le PMI che saranno nelle condizioni di riprendere la loro attività con tutta probabilità dovranno creare nuovi prodotti, forse anche riconvertire, almeno parzialmente, il loro “core business”.
Di fronte a tali cambiamenti ritengo sia ancora più importante, e forse dirimente, presentare i nuovi prodotti con un design nuovo, attento e ben curato.
Ricordiamoci che gli italiani sono riconosciuti in tutto il mondo come i “maestri del design”. Nessuna nazione ha questo privilegio così unanimemente riconosciuto.
E allora è proprio il caso di curare con la massima attenzione l’aspetto estetico di qualsiasi prodotto. Certamente non solo l’oggettistica, ma anche le macchine utensili, i dispositivi di lavorazione più svariati.
È pur vero che difficilmente le nostre aziende escono nel mercato con prodotti “brutti”, non gradevoli nell’aspetto. Però, è anche vero che se vogliamo curare ancora di più la loro gradevolezza, ci riusciamo, eccome!
Chi compra guarda al prezzo e alle prestazioni ma, a parità di questi elementi, si orienta verso l’oggetto più gradevole alla vista.
Purtroppo, è il caso di dirlo, gli italiani badano troppo poco alla protezione del design attraverso la registrazione nazionale o internazionale.
Se dovessimo dare retta alle statistiche, vedremmo che la Cina nel 2018 ha raggiunto quasi un milione di registrazioni di design con un incremento del 552% rispetto al 2017; gli Stati Uniti hanno avuto nel 2018 un incremento del 101%, mentre per l’Italia l’incremento è stato solo dell’11%!
Se poi guardiamo le registrazioni in valore assoluto, scopriamo che l’amica Germania è seconda nel mondo con oltre 60.000 registrazioni di design, mentre l’Italia, considerata da tutti la “super maestra” nel design, è al quarto posto con circa la metà delle registrazioni tedesche.
Che cosa ci insegnano queste statistiche? Che noi italiani non badiamo a proteggere le nostre creazioni dalle copiature! E. purtroppo, i nostri concorrenti esteri lo sanno, così ordinano un po’ di prodotti da noi, ma poi i successivi ordini non arrivano più perché questi concorrenti hanno già provveduto a copiare e spesso a “spacciare” per autentico “made in Italy” le loro copie.
Quando mi capitò di far osservare a un costruttore di mobili per la casa che sarebbe stato meglio se i suoi bellissimi prodotti fossero stati protetti con una registrazione, mi sentii rispondere che se qualcuno li avesse copiati, questi avrebbe modificato senza problemi il proprio prodotto con un nuovo design! Certo è che così non possiamo poi lamentarci se le esportazioni calano!
Altra obiezione: “Ma se mi copiano in Cina, chi va a litigare con i cinesi e con quali costi?”.
La risposta è: troviamo un distributore esclusivo cinese e lui porterà in tribunale gli eventuali copiatori!
Adottiamo quindi le giuste strategie: buoni prodotti con il nostro bel design ben protetto e il mercato mondiale sarà sempre più nostro.
Anche il governo, tramite il MISE, si è sentito in dovere di dare una spinta alla registrazione del design tramite specifici bandi di finanziamento per la registrazione a livello, comunitario e internazionale.
Il bando prevede la rifusione fino all’80% delle spese sostenute relative alla progettazione, prototipazione e registrazione dei nuovi design.
A questo punto non possono esserci altre remore a prendere al volo il treno che ci passa davanti!
Articolo pubblicato il 14 Aprile 2020 su veneziepost.it
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